Astaroth

 E se provassimo a considerare la morte non come la fine di tutto, ma come il punto di partenza? 

Per ricapitolare la vita, guardandola da vicino, senza distrazione. Perché solo dalla sua breve durata si può vedere l’eternità.

E’ questo il percorso che ci propone questo spettacolo, una discesa agli inferi della nostra follia, che ci fa sprecare la vita in rapporti incrostati, in riti sterili e ossessivi, in progetti lasciati a metà per debolezza, per mancanza di coraggio. Perché si può anche essere buoni ma restare immobili. 

E il peccato, si sa, non è tanto il male commesso ma tutto il bene che si poteva fare e non si è fatto. E’ un’umanità mediocre quella che sfila davanti ad Astaroth.

Astaroth lo testimonia: il diavolo-angelo ambivalente, ha voluto uscire dalla palude, disobbedendo per scegliere questa terra concreta invece di un cielo improbabile, il risveglio ogni mattina piuttosto che l’eternità. Perché non succeda più che il dopo uccida il domani.

Uno spettacolo che ci farà riflettere, sorridendo delle nostri atroci aberrazioni mortali.

 

Tratto da "Astaroth" di Stefano Benni

Adattamento e Regia: Aldo Craparo